Il 22 febbraio scorso è stato presentato al MIUR il documento “Indicazioni Nazionali e Nuovi scenari” a cura del Comitato scientifico nazionale per le Indicazioni nazionali della scuola dell’Infanzia e del primo ciclo di istruzione. Il documento effettivamente non dichiara quali siano le sue finalità e le interpretazioni iniziali sono state dunque le più varie. Ci si è chiesti: si tratta di una nuova stesura delle “indicazioni nazionali”? E’ la prescrizione di altri traguardi dell’apprendimento? Descrive la scoperta di nuovi metodi d’insegnamento che pare sia la moda del momento? Questo documentro cosa rappresenta, che cos’è? Lo chiarisce la nota ministeriale del 2 marzo con la quale il documento è stato trasmesso alle scuole: si tratta solo di un documento di lavoro, un esercizio intellettuale compiuto dal comitato scientifico nazionale sulla necessità di dare, nell’azione didattica, “maggiore centralità al tema della cittadinanza, vero sfondo integratore e punto di riferimento di tutte le discipline che concorrono a definire il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione in una prospettiva verticale”.
Finora comunque il documento ha ricevuto giudizi contratanti: c’è chi lo ha giudicato inutile, qualcosa di cui le scuole – ha scritto l’ANP – non avevano certo bisogno, e c’è stato chi lo giudica portatatore di idee utili alla riflessione. Nella sostanza però un documento in più, non semplice, non banale. Un documento che si aggiunge a quelli esistenti già copiosi, indominabili. Lo sforzo delle scuole per orientarsi e non perdersi è enorme atteso che, invece della integrazione, c’è anche la lacerazione dei “pensieri”: c’è il pensiero matematico, c’è il pensiero computazionale e c’è il pensiero scientifco oltre a tante altre cose. Il rischio dunque, di perdersi c’è, è reale e vale per la stessa Aministrazione Centrale sommersa dalla valanga dei suoi stessi provvedimenti e documenti di lavoro.