Al Ministero, la mattina del 21 marzo 1923, Giovanni Gentile, ministro, avverte la delegazione Mathesis (Enriques, Castelnuovo, Pittarelli, Certo e Fortebasso) che nelle loro proposte e osservazioni dovranno tenere conto che “si tratterà di fare, non già dei programmi d’insegnamento, bensì dei programmi per gli esami di Stato, nell’ordine d’idee che si era cominciato a studiare sotto il ministero Croce”.
Dunque: non programmi d’insegnamento, ma “programmi” per gli esami: non il passo dopo passo dell’itinerario didattico da doversi seguire da ogni singolo docente in ogni singola classe per volere ministeriale, ma la declinazione di ciò che è richiesto in sede d’esame e che chiunque può raggiungere nel modo e con il percorso che vuole.
C’è un’analogia con le idee attuali delle Indicazioni nazionali e degli attesi Quadri di Rriferimento per le prove scritte degli esami di maturità 2019 previsti dal comma 5, dell’arti.17 del dlgsn.62/2017?
Ovvero: I quadri di riferimento riprendono le idee che furono già di Croce e di Gentile?