1890: gli Elementi di Geometria per i Licei di Faifofer sono alla 7^ edizione
“Ed invero chi ha pratica dell’insegnamento, per un lungo e continuato esercizio nell’opera di docente, sa per esperienza che le diverse teoriche non trovano profonda e duratura sede nella mente del discente se non siano avvalorate da numerosi ed appropriati esempii ed applicazioni“. Lo scrive Aurelio Lugli, ma l’affermazione fa parte di un credo pedagogico ancora recitato nella liturgia metodologica del docente di matematica, seppure con sfumature e interpretazioni diverse. Lo scrive recensendo un nuovo libro di testo: “L’Aritmetica pel Ginnasio superiore” (materia che diventerà poi l’Aritmetica Razionale degli Istituti Magistrali) di Giuseppe Ingrami (Bologna, 1890) definito libro “assai commendevole”. Nell’ambito dei libri di testo, tra i più adottati, è la Geometria di Aureliano Faifofer (1843 – 1909), sia per i Licei che per gli Istituti tecnici: in quell’anno vede la luce la settima edizione .
Parlando di esami di Stato e di prova scritta di matematica, di grande interesse è la raccolta che il Periodico presenta dei temi proposti nei vari licei. A farla da padrona è la geometria solida. Ma ogni Liceo ha la sua libertà e la esercita. Nella sessione di ottobre, il Regio Liceo Umberto I di Napoli articola la traccia in più problemi tra i quali il seguente: “Se l’area di un triangolo isoscele è terza parte del quadrato della base, il raggio del cerchio inscritto nel triangolo è la quarta parte della base. Il candidato, se crede, può giovarsi del teorema: L’area di un tringolo è data dal prodotto del perimetro per la metà del raggio del cerchio inscritto”. E nel Regio Liceo di Bari, sessione di luglio, si trova assegnato il seguente: “Supposto che le lettere dell’alfabeto italiano abbiano rispettivamente per valori i numeri che indicano l’ordine con cui si seguono, si determini un nome (a noi tutti caro) sapendo che esso è composto di sei lettere e che i valori numerici di queste adempiono alle seguenti condizioni:
- la somma dei valori della della terza e della sesta è uguale a 19;
- la somma dei valori della seconda e della quinta è uguale a 10;
- la somma dei quadrati dei valori delle quattro predette lettere è uguale a 407;
- i valori della quinta, della sesta e della terza hanno per quarto proporzionale il doppio del valore della seconda;
- di questi quattro valori il maggiore è quello della terza e poi seguequello della quint;
- i valori delle altre due lettere sono dati dalle radici reali dell’equazione
x²–18x–3√(x²–30x+228) = 12x–230
la minore delle quali esprime il valore della prima lettera. N.B. Dall’alfabeto venno escluse le lettere k, j, x, y, w.