Dal Periodico di Matematiche n.2/2018
Leggere e scrivere di matematica non sono attività che possano dirsi abituali e comuni alla gran parte delle persone. Leggere: di norma chi lo fa è seduto ad una scrivania e con il sussidio di un foglio di carta e una matita. E scrivere? Il nostro Giacomo Leopardi, che se ne intendeva, asserì: io escludo dal bene scrivere i professori di matematica e fisica. In effetti sono attività che dovrebbero essere maggiormente curate anche nella scuola e nelle università. Qui dovrebbero far parte dell’insegnamento, costituirne specifici obiettivi di apprendimento. La comprensibilità e la comunicabilità della disciplina migliorerebbero e aumenterebbe la sua fruibilità. Per inciso, in un Syllabus definito nel 2009 da un gruppo di esperti costituito dal MIUR si pensò ad un adeguato spazio da dare a richieste del tipo: “si illustri”, “si spieghi”, e quesiti siffatti per alcuni anni sono stati proposti nelle tracce delle prove scritte di matematica negli esami di Stato di liceo scientifico […] (dalla Recensione al testo Geometrie senza limiti di Catastini e Ghione, pagg. 11-124)