Nelle scuole medie i preparativi per la prova Invalsi.

In un giorno dal 4 al 21 aprile prossimi, capiterà ai 574.000 studenti delle terze medie di essere tutti impegnati nella prova Invalsi, che è il requisito per poter sostenere a giugno il loro primo esame di Stato. È la novità di quest’anno insieme all’altra che la prova sarà computer based (CBT) con la barra del tempo che indicherà sul monitor lo scorrere del tempo e bloccherà la prova allo scoccare del 90° minuto. Le preoccupazioni dominanti al momento: più tecniche-organizzative che pedagogiche e psicologiche. In ogni caso, nuove modalità e cambiamenti significativi apportati, ovviamente, per adeguarsi ai tempi e per migliorare. Ma lo studente, che ne pensa, come li percepisce? Esercitandosi sugli esempi forniti dall’Invalsi, come sta reagendo? Come reagisce alla prima domanda: a, b e c sono tre numeri naturali. a·b= 2 e b·c=3. Quale fra i seguenti valori corrisponde al prodotto a·b·c? [Risp: 6, 12, 18, 36]. Una domanda anche bella, ma che ha lasciato più d’uno attonito, smarrito. Eppure la domanda presenta solo in parte quei caratteri che sono più manifesti nelle successive che compongono il test d’esempio e che le rendono più “quiz” che prove Invalsi, più adatte a “gare” matematiche che a saggiare preparazione e impegno di studio, talora lontane dall’essere percepite e riconosciute, da studenti, docenti e adulti, come la matematica studiata e da studiare. «Nelle prove Invalsidichiara più di un docente – spesso sono gli alunni migliori a cadere». È, ab initio, il difetto delle prove Invalsi. Si è attenuato in questi ultimi anni, ma è ancora presente. Speriamo dunque che la prova 2018 sia migliore degli esempi proposti per le simulazioni, che eviti gli eccessi, sia più equilibrata, dia – come già da anni la Mathesis invoca – spazio anche a quesiti più “prevedibili” e “attesi”, “proposti con più semplicità e immediatezza, con meno circonlocuzioni grafiche e verbali, con meno articolazioni e sotto-articolazioni, con più umiltà e spirito di servizio. Quesiti non lunghi, nè fastidiosi che non disdicano di proporre un semplice calcolo, il significato di una espressione aritmetica o algebrica, la soluzione di un’equazione, l’invarianza di un rapporto, il quadrato di un binomio, l’individuazione e l’esplicitazione di una proprietà”. Quelle cose cioè che tutti possono riconoscere importanti da sapere e, dunque, da studiare!

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