Prove Invalsi, esami di Stato e “quadri di riferimento”

Se ne parlerà al Congresso Mathesis di Milano

Prove Invalsi, esami di Stato e quadri di riferimento hanno una funzione innegabile per la progettazione didattica. Sono i veri e propri “attrattori” del che cosa insegnare e apprendere.

I recenti provvedimenti normativi attuativi della Buona Scuola stabiliscono:

  • Le prove Invalsi non fanno più parte integrante degli esami di terza media, ma sono requisito essenziale per sostenerli, sia quelli del primo che del secondo ciclo dell’istruzione.
  • L’Invalsi già da quest’anno 2018 non rende pubbliche le prove che somministra. Si avvia a costituire una sua banca item di cui fornisce solo “prove esemplificative” come fa il PISA/OCSE.
  • Dalla prossima sessione d’esame 2019 scompare dalla maturità la terza prova scritta, quella introdotta venti anni fa per valorizzare l’autonomia delle scuole. Le prove scritte sono ridotte a due, entrambe a carattere nazionale: italiano e materia d’indirizzo.
  • Per procedere alla redazione e allo svolgimento delle prove scritte degli esami di maturità saranno definiti specifici quadri di riferimento. Questi declineranno i contenuti delle prove in accordo alle Indicazioni Nazionali e alle Linee Guida vigenti e – dice la legge – «in modo da privilegiare, per ciascuna disciplina, i nuclei tematici fondamentali». Ci saranno dunque nuclei tematici che sono fondamentali e altri che non lo sono? La matematica ha tali nuclei?

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