Struttura, Contenuti e Valutazione della prova scritta di matematica degli esami di maturità 2019

 

I docenti in attesa delle novità degli esami, dei “quadri di riferimento” e dei “nuclei tematici fondamentali” della matematica.

 La circolare n. 3050 del Capo Dipartimento dell’Istruzione del 4 ottobre 2019 ha fornito “le prime indicazioni operative” per attuare le novità dell’esame di maturità della sessione 2019. Un primo dato offerto dalla nota ministeriale riguarda il decreto relativo agli attesi “quadri di riferimento per la redazione e lo svolgimento delle prove scritte”.

In particolare, la circolare ha precisato che per le seconde prove, quindi anche per la matematica dei licei scientifici, essi forniranno “indicazioni” relative:

  • alla struttura della prova d’esame;
  • ai nuclei tematici fondamentali e agli obiettivi della prova, in riferimento a ciascuna disciplina che può essere oggetto della seconda prova;
  • alla valutazione delle prove.

La pubblicazione del decreto era stata annunciata già entro ottobre. Dovrebbe dunque essere prossima. Ai più di centomila studenti che frequentano uno degli indirizzi di liceo scientifico e ai loro docenti di matematica conviene comunque predisporsi per il 20 giugno prossimo ad affrontare una prova di matematica studiata e organizzata:

  1. con una nuova struttura;
  2. rispettando una ben definita lista di “nuclei tematici fondamentali” della disciplina;
  3. con una griglia contenente gli “indicatori” e i punteggi massimi da attribuire al fine di  renderne quanto più possibile omogenea la valutazione sul territorio nazionale.

Questo terzo punto non riveste in effetti caratteri di grande sorpresa: si muove nel solco dell’esperienza promossa dal MIUR e realizzata per vari anni attraverso il sito matmedia.it, la collaborazione della Mathesis e un progetto che dal 2011 al 2014 ha mirato a condividere collettivamente le mete dell’apprendimento e portato, per il liceo scientifico, alla “tavola di Mondrian”. Quest’ultimo aspetto ha un innegabile legame con il punto 2, decisamente più difficile e impegnativo.   Sono inevitabili, infatti, gli interrogativi, non essendovene traccia nelle Indicazioni Nazionali, “cos’è un nucleo tematico?”, “quali possono essere i nuclei tematici fondamentali della matematica?”.  La questione è stata anche affrontata nell’Editoriale del n.2/2018 del Periodico di Matematiche e ne ha ispirato il titolo “Ci devono essere nell’insegnamento della matematica nuclei tematici che siano fondamentali e altri che non lo siano? La matematica ha questi nuclei?”.

La circolare n. 3050 e il documento di lavoro che l’accompagna cercano di spiegare, di sciogliere i dubbi. Nell’intento, onesto, di rendere agevole quell’interpretazione, generano altri dubbi asserendo che: per “nucleo tematico fondamentale” si intende un “nodo concettuale essenziale ed irrinunciabile della disciplina”. La conseguenza è ovviamente catastrofica. Le due espressioni appartengono ad ambiti semantici così diversi, sollecitano e guidano verso significati così lontani tra loro che è impossibile formarsi un’idea di ciò che il MIUR si proponga di fare. Inutile sforzarsi, può darsi che le cose siano molto più semplici e banali. Si aspetti! Non manca molto e tutto sarà svelato. Che altro si può dire? Forse che, nel cambiamento da “nucleo” a “nodo” qualcosa rimane: l’uso degli aggettivi fondamentale, essenziale, irrinunciabile. Qualcosa vorranno pur significare! Forse che la nuova struttura della prova sarà articolata in una parte obbligatoria e un’altra facoltativa? Sostanzialmente cioè l’idea già elaborata e presentata nel 2015 ma poi abbandonata perché contraddiceva le Indicazioni Nazionali che non prevedono obiettivi specifici di apprendimento che siano obbligatori e altri che non lo siano? È molto probabile che sia così perché la situazione è mutata.  Ci sono i “quadri di riferimento” che non abrogano le Indicazioni Nazionali ma di fatto le vanno a sostituire decretando nel contempo – ecco il punto dolente e la finezza tecnico/giuridica di chi sta operando – che i risultati di apprendimento non sono tutti uguali e che ci sono nuclei tematici o nodi concettuali nella matematica e nel suo insegnamento che sono primari e irrinunciabili ed altri che sono solo secondari e accessori. Negando così uno dei pilastri delle Indicazioni Nazionali e delle Linee Guida. Ma anche un modo per essere controcorrente. Mentre la tendenza è andare oltre le discipline per realizzare nuove integrazioni disciplinari viene il sospetto che al contrario si voglia dividere e lacerare quel che già si presenta unitario. Ma speriamo che non sia così e che anche la novità di poter predisporre seconde prove scritte coinvolgendo più discipline caratteristiche dell’indirizzo di studio sia utilizzata per favorire l’unitarietà dei saperi non per frantumarlo. E infine un’altra cosa: un invito a non dimezzare il tempo concesso ai candidati per la prova. Si lasci che quel momento sia vissuto senza l’ansia di far presto.

 

 

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