La nuova maturità con quadri di riferimento e griglie di valutazione!

Malgrado tutto il Ministro Bussetti attua la Buona Scuola e gioiosamente annuncia la nuova maturità 2019.

L’articolo unico del decreto firmato dal Ministro Bussetti: “Ai sensi dell’articolo17, commi 5 e 6, del decreto legislativo13 aprile2017, n. 62, sono adottati i quadri di riferimento e le griglie di valutazione per la redazione e lo svolgimento della prima e della seconda prova scritta dell’esame di Stato conclusivo del secondo ciclo di istruzione, definiti, rispettivamente per la prima e la seconda prova, agli allegati A e B, che costituiscono parte integrante del presente decreto”.
a) La prova potrà essere monodisciplinare o mista cioè riguardare tutte le discipline caratterizzanti: Matematica e Fisica e anche Scienze Naturali nell’opzione delle Scienze applicate. La scelta sarà definita con il decreto di fine Gennaio 2019, come per gli anni addietro. La prova riguarda quanto studiato nell’intero quinquennio.
a) la struttura della prova rimane inviariata, ma i quesiti da dieci sono ridotti a otto. Non c’è un motivo, non è spiegato il perchè.
b) la durata della prova non è fissata una volta per tutte: può variare da quattro a sei ore.  Anche questa è una scelta non motivata.
c) c’è una griglia di valutazione nazionale con i punteggi massimi assegnabili ai 4 indicatori: comprendere (5), individuare (6), sviluppare (5), argomentare (4) (5+6+5+4=20). C’è anche una griglia integrata  da “utilizzare – è scritto – nel caso in cui la prova coinvolga più discipline”, da intendere, probabilmente: “coinvolga in modo integrato”.
d) i contenuti della prova sono declinati nei quadri di riferimento che finalmente hanno preso corpo e fungono di fatto da nuove Indicazioni Nazionali ancorchè coerenti o incoerenti con esse. Ci sono certamente variazioni e  perdite, ma i docenti hanno comunque un riferimento più chiaro di quanto siano state le Indicazioni in questi otto anni a prescindere dal dibattere di nuclei tematici fondamentali e di nodi concettuali essenziali e irrinunciabili. In sostanza c’è l’elenco, la lista dei capitoli e degli argomenti per capitolo che saranno oggetto dell’esame di Stato. Un ritorno alle idee di Croce e di Gentile: programmi ministeriali per l’esame.
Nei quadri una delle sorprese iniziali è leggere:  “Essa [la prova] è finalizzata ad accertare l’acquisizione dei principali concetti e metodi della matematica di base”. Quel matematica di base è brutto quasi quanto il docente scolastico che si legge nella proposta di modifica al dlgs59 della legge di bilancio 2019 e quasi quanto il “prof” che si sente nel video dedicato agli studenti dal Signor Ministro.
I docenti appaiono in prima battuta perplessi. Lo spavento maggiore? la prova pluridisciplinare: troppo per gli studenti!

4 commenti

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  1. Una domanda tra le tante che mi pongo…nella griglia di valutazione sono indicati i punteggi massimi assegnabili, ma con quale criterio va attribuito un 2 invece di un 5?

  2. Credo che i criteri vadano stabiliti dalla commissione esaminatrice.
    Elisabetta Lorenzetti

  3. Nella presentazione della griglia di valutazione non viene definito il livello di sufficienza. Anche se è spontaneo pensare a 12/20 =6/10 , penso che valga la pena affrontare e discutere l’argomento.
    La vecchia normativa per l’attribuzione dei voti alla seconda prova scritta prevedeva che ad un elaborato giudicato sufficiente venisse assegnato un voto non inferiore a 10/15.
    L’attribuzione di 10 punti, anziché 9 ,come era lecito aspettarsi dal confronto con la valutazione in decimi, fu dettata a suo tempo dalla necessità di far sì che per un candidato ammesso agli esami con una media sufficiente e poi giudicato sufficiente nelle quattro prove d’esame, la somma del credito scolastico e dei voti d’esame fosse uguale a 60.
    Secondo la nuova normativa, invece, a ciascuna delle due prove scritte e al colloquio sarà assegnato un punteggio massimo di 20. Poiché il credito scolastico minimo corrispondente a un giudizio di sufficienza è 7+8+9= 24, per conseguire il voto minimo di 60/100 che permette di superare l’esame, il candidato deve ottenere nelle prove d’esame, complessivamente, un punteggio di almeno 36/100.
    A una prova sufficiente, pertanto, sarà attribuito un punteggio non inferiore a 12
    Poiché il punteggio sarà assegnato direttamente in ventesimi, non sarà necessaria una tabella di conversione ma si dovrà tener presente che la somma dei punteggi di ciascun indicatore dovrà essere uguale a 20 e che nei descrittori di livello si dovrà fare in modo che la somma dei punteggi corrispondenti ai livelli di sufficienza dovrà essere uguale a 12.

  4. E’ sempre un piacere leggere le chiarissime considerazioni della prof.ssa Lanza. Ne aggiungo una sulla scala “asimmetrica” di valutazione le cui ragioni sono in gran parte quelle aritmetiche, per far quadrare i conti, ma che ha avuto anche il significato di motivare ad una valutazione integrata e globale dell’elaborato del candidato. Infatti, nell’intero ventennio della sua efficacia non si è fatto altro che raccomandare, di anno in anno, a commissioni giudicatrici e rispettivi presidenti, di attenersi alla norma: corretta la prova, nella valutazione (collegiale) pronunciarsi prima sulla sufficienza e poi attribuire il punteggio da 10 a 15. Si perde l’asimmetria, ma non si dovrebbe perdere di vista la valutazione globale della prova, non spezzettarla e non rimanere vittime dei punteggi massimi degli indicatori utilizzati.

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